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Sommario
Come potenziare le difese immunitarie del nostro organismo
“La salute non è tutto, ma senza la salute, tutto è niente.”
Questo famoso aforisma di Arthur Schopenhauer evidenziava, in modo ineccepibile, la necessità di una maggior consapevolezza nei riguardi della tutela della salute da parte di tutte le persone che delegavano ad altri la loro condizione di indigenza salutistica.
Mantenere uno stato di completo benessere psico-fisico è la meta di ogni individuo pensante, adottando tutte le strategie necessarie a questo fine, partendo dalla presa di coscienza che il tempo anagrafico avanza inesorabilmente, e che il ruolo del sistema immunitario è cruciale per prevenire tutta una serie di patologie ascrivibili anche all’età anagrafica.
Il sistema immunitario è una articolata rete integrata di mediatori chimici, cellulari, di strutture e processi metabolico-biologici, atti a difendere la sua integrità organica da qualsiasi forma di aggressione chimica, traumatica o infettivo-virale. Per funzionare correttamente, un sistema immunitario deve essere in grado di rilevare un’ampia varietà di agenti patogeni che possono causare malattie autoimmuni e infiammatorie, e di contrastarli.
Quando si parla di immunodeficienza, ci si riferisce al fatto che il sistema immunitario risulta meno attivo del normale, con conseguenti infezioni ricorrenti e pericolose. Al contrario, un’autoimmunità di un sistema immunitario iperattivo comporta un attacco ai tessuti, come se fossero dei corpi estranei, ecco quindi le malattie autoimmuni (tiroidite di Hashimoto, artrite reumatoide, diabete di tipo 1, il LES, solo per citarne alcune).
In questo complesso universo di aggressioni patogene da evitare, giocano un ruolo determinante tutta una serie di ausili preventivi riconducibili a specifici supporti integrativi che risultano necessari in tutti quei casi in cui il sistema immunitario necessita di una modulazione ottimale:
l’Echinacea insieme al Lapacho, la Vitamina C (in forma liposomiale) e la Vitamina D 3.
Dalla fitoterapia, la sinergia di tre tipi di piante di Echinacea insieme al Lapacho, costituiscono un ottimo presidio immunomodulante.
L’Echinacea nelle sue varietà PURPUREA e ANGUSTIFOLIA, appartengono alla famiglia delle Composite, e sono note per le proprietà immunostimolanti e antivirali, utilissime perciò per favorire le difese immunitarie.
Le radici infatti contengono polisaccaridi che conferiscono alle piante proprietà immunostimolanti, derivate dalle loro capacità di attivare l’azione fagocitaria dei linfociti e rinforzare il sistema immunitario specifico, di adulti e bambini. Il meccanismo di azione si esplica mediante un aumento dei leucociti, in particolare dei neutrofili e dei monociti-macrofagi del sistema reticolo-endoteliale, adibiti a fagocitare gli agenti estranei dannosi come batteri, funghi etc.
L’Echinacea inoltre contiene flavonoidi come la luteolina, la quercetina e l’apigenina; derivati dell’acido caffeico (echinacoside, acido clorogenico), acido cicorico. In particolare l’echinacoside svolge azione antibiotica e batteriostatica, in grado di inibire la replicazione di batteri difficilmente controllabili; mentre l’echinaceina conferisce alla pianta proprietà antinfiammatoria cortison like.
Infine la presenza di acido cicorico (la varietà purpurea contiene la maggior percentuale di acido cicorico, responsabile dell’azione immunostimolante) e acido caffeico, svolgono specifica azione antivirale, tale da ostacolare la penetrazione del virus nelle cellule sane.
Il Laphaco con i suoi costituenti attivi chinonici come i naftochinoni (lapacholo, il B-lapachone e lo xiloidone) e gli antrachinoni, conferiscono a questa pianta in sinergia con l’Echinacea, quelle proprietà ad azione battericida e fungicida.
Il lapacholo manifesta una elevata attività antivirale contro moltissimi virus influenzali e contro le manifestazioni erpetiche Herpes simplex 1 e 2.
Altri componenti attivi della pianta, tutti stimolatori della fagocitosi dei granulociti con una notevole attività di stimolazione linfocitaria, sono la quercitina, un flavonoide ad elevata azione antinfiammatoria ed anche una spiccata attività come inibitore del rilascio dell’istamina nei confronti delle cellule esposte ad allergeni, il coenzima Q10 e l’acido tannico, utilissimo contro le affezioni del cavo orale.
La vitamina C è fondamentale per il nostro organismo, per i tanti meccanismi presenti nel corpo che essa sostiene, abbassa i livelli di colesterolo, aiuta i neurotrasmettitori, aiuta la produzione di collagene, aumenta l’assorbimento di ferro, protegge le cellule dai danni dei radicali liberi; tutte le cellule del corpo dipendono dalla vitamina C.
Il fabbisogno quotidiano di vitamina C è superiore a quello di qualsiasi altra vitamina idrosolubile, in particolare durante i periodi di stress e di ipoattività del sistema immunitario, quando la sua concentrazione può diminuire, ed in più I’organismo perde la capacità di assimilare questa molecola con l’avanzare dell’età.
Una volta che viene assorbita nell’intestino tenue, la vitamina C viene secreta attraverso i reni, e viene trasportata nel plasma sanguigno sotto forma di acido ascorbico dall’albumina, venendo accumulata nel fegato e nei surreni.
Il fabbisogno giornaliero di vitamina C va da 75 mg per le donne a 90 mg per gli uomini e una sua carenza si evidenzia con indebolimento, stanchezza, inappetenza, dolori muscolari, aumento delle infezioni, gengive sanguinanti, capillari fragili, emorragie cutanee, ematomi con gonfiore articolare.
Per questo gli integratori vitaminici sono utili, in pochissimo tempo si può risolvere una carenza di vitamina C.
La vitamina C è fondamentale per la sua azione immunostimolante, antistaminica, anti-infiammatoria, antivirale, e per la sua potente azione antiossidante, proteggendo la cellula dallo stress ossidativo. La vitamina C svolge un ruolo importante nella salute e nella funzione delle cellule immunitarie. I globuli bianchi dipendono dalla vitamina C per sopravvivere e resistere all’attacco di agenti patogeni e radicali liberi. La vitamina C aiuta a proteggere le pareti arteriose in tutto il corpo, aiutando a ridurre le infezioni e altre forme di stress ossidativo che colpiscono i vasi sanguigni, prevenendo l’ossidazione del colesterolo nel sangue.
La vitamina C migliora anche la funzione polmonare e l’ossigenazione generale all’interno del corpo. Gli asmatici tendono ad avere un fabbisogno maggiore di vitamina C e dosi di 2000 mg al giorno hanno evidenziato la riduzione della produzione di istamina e infiammazione polmonare da parte dell’organismo.
La forma liposomiale risulta essere migliore di quella tradizionale dal momento che gran parte della nostra chimica biologica si basa sull’acqua e sulla solubilità dei grassi. Proprio come l’acqua e l’olio non si mescolano, risulta complesso portare un nutriente solubile in acqua in una matrice liposolubile come le membrane cellulari. Questa incompatibilità porta a tassi più bassi di assorbimento e utilizzo dei nutrienti all’interno della cellula.
La vitamina C è una vitamina per sua natura idrosolubile e non interagisce in modo particolarmente efficace con la parete della membrana cellulare, che è composta da acidi grassi. L’assunzione orale di vitamina C tradizionale ha un tasso di assorbimento del 20% nel flusso sanguigno e il rimanente 80% si accumula nel colon, invece la vitamina C liposomiale, proprio perché è racchiusa da liposomi (come una cellula del corpo), riesce a passare attraverso la barriera digestiva e a trasportare la sostanza nutritiva direttamente alle cellule. Per questo si è stimato che ha un tasso di assorbimento ben più alto, oltre il 90%.
Svariati studi scientifici hanno valutato che la vitamina C liposomiale aumenta la concentrazione di vitamina C nel sangue del doppio rispetto alla concentrazione ottenibile attraverso integratori tradizionali o alimenti, in grado di raggiungere concentrazioni di 400 umol/L.
Infine, l’altro ausilio immunocompetente riguarda la vitamina D3.
Ormai da alcuni anni la medicina ha scoperto che la vitamina D partecipa a numerosi processi chiave dell’organismo, tra cui il più noto è il metabolismo del calcio e del fosfato. La vitamina D è infatti fondamentale per il raggiungimento e il mantenimento di un’adeguata massa ossea e per la prevenzione del rachitismo nei bambini e dell’ osteoporosi, delle fratture e dei dolori ossei che ne conseguono negli adulti, ma su altri fronti, i deficit di vitamina D sono risultati associati a un maggior rischio di malattie cardiovascolari, diabete, ed anche di alcuni tipi di neoplasie (come il tumore del colon, quello del seno nelle donne e quello della prostata negli uomini), di disturbi dell’umore (in particolare, la depressione) e del declino cognitivo in età avanzata.
Un ulteriore ruolo favorevole della vitamina D, scientificamente riconosciuto soltanto di recente, ma in realtà sfruttato da decenni in modo inconsapevole anche in pneumologia, riguarda la capacità di questo composto di modulare l’attività del sistema immunitario, promuovendola, quando è necessario contrastare le svariate infezioni, attenuandola, quando è eccessiva dando luogo anche a malattie infiammatorie croniche o autoimmuni.
La conferma che la vitamina D può esercitare questa attività immuno-regolatoria è venuta dal riscontro della presenza di recettori in grado di legare il suo metabolita 1,25(OH)2D su numerose cellule del sistema immunitario, come monociti, macrofagi e cellule del timo, nel quale avviene la maturazione dei linfociti T.
La vitamina D è cruciale per l’attivazione del nostro sistema immunitario, infatti senza di essa, le cellule T non sono in grado di reagire e combattere le infezioni più gravi che minacciano l’organismo.
Al fine di poter proteggere il corpo dalla minaccia di virus e batteri le cellule T del sistema immunitario devono in primo luogo essere visibili all’agente patogeno. Ciò avviene quando queste vengono “presentate” da altre cellule immunitarie dell’organismo, i macrofagi. Le cellule T si possono così legare e dividersi continuamente dando luogo a centinaia di copie identiche, tutte specializzate nel riconoscere e nel distruggere lo stesso agente esterno.
Quando una cellula T è esposta a un agente patogeno, evidenzia un dispositivo di segnalazione: il recettore per la vitamina D e questo significa che la cellula T deve avere a disposizione la vitamina D, o l’attivazione cesserà. Se le cellule T non riescono a trovare sufficiente vitamina D nel sangue, non inizieranno mai ad attivarsi.
Inoltre, è stato scoperto che il 1,25(OH)2D è in grado di stimolare la produzione di potenti antimicrobici composti, sia da parte di alcune cellule del sistema immunitario, sia delle cellule dell’epitelio di rivestimento delle vie respiratorie, giocando così un’azione di prevenzione delle infezioni di naso, gola, bronchi e polmoni.
Questi riscontri hanno permesso di spiegare, da un lato, perché i bambini con deficit di vitamina D sono maggiormente predisposti alle infezioni respiratorie e perché l’implementazione di vitamina D3 è in grado di ridurre l’incidenza di affezioni batteriche e virali.
Dottor Giuseppe Gianfrancesco Ph.D.
Laurea in Medicina Naturopatica Clayton University St:Louis-Missouri – USA.
Dottorato di Ricerca in Scienze Naturopatiche Central Pacific University State of Hawaii-USA.
Master Universitario Corso di alta formazione in Nutrizione e Probiotica Università Popolare di Arezzo Ministero della Pubblica Istruzione
Master in Oligoterapia catalitica
Medicina Naturale e Medicina Tradizionale Cinese
Scienze Naturopatiche
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