Le patologie legate all’intestino
Una corretta igiene intestinale aiuta l’organismo a mantenersi sano; pH e carica batterica sono due fattori che, in alcuni casi, influiscono nella guarigione da malattie anche importanti. Alla luce di nuove evidenze scientifiche le scelte terapeutiche di medici come Kousmine e Shelton sono più comprensibili.
Da diversi anni si stanno studiando in maniera approfondita quali possono essere le vere cause di molte malattie. Si è passati quindi da una semplice e meccanicistica relazione di tipo causa-effetto, a una visione più ampia del perché si manifestino determinate malattie.
Da Bertrand che disse «il germe non è nulla, il terreno è tutto», si è cominciato a capire che un’aggressione esterna, di per sé non basta a scatenare automaticamente la malattia. Occorre che l’organismo sia in particolari condizioni di indebolimento perchè il germe riesca ad attecchire.
Ne è un esempio la classica
epidemia influenzale: molte persone, pur vivendo in maniera normale, a contatto quotidiano con molte altre persone, non si ammalano, mentre alcuni individui, dopo una sola esposizione al virus cadono malate. Queste nozioni empiriche, sono state scientificamente validate, ad esempio, inoculando direttamente nelle mucose del naso, in diversi volontari, il virus del raffreddore. Solo alcuni di essi hanno sviluppato la classica sintomatologia, mentre negli altri il virus non ha attecchito.
Nel tempo si sono modificate anche le conoscenze fisiologiche, per cui oggi sappiamo molto di più sul sistema immunitario, endocrino e nervoso e i loro collegamenti (l’ormai famosa PNEI). Per quello che riguarda in maniera più specifica il sistema immunitario, si sono approfondite le conoscenze su alcuni fatti che ora assumono una notevole importanza per valutare lo stato di salute dell’individuo e per comprendere come possano svilupparsi determinate malattie: mi riferisco in particolar modo al sistema immunitario legato alle mucose nei vari distretti: MALT, BALT e GALT (rispettivamente Mucose, Bronchus e Gut Associated Lymphoid Tissue), sono acquisizioni ormai certe e fondamentali.
In particolare, si è visto che più del 70% della popolazione linfocitaria è disposta nell’intestino, zona in cui è molto facile che agenti estranei possano passare dal lume intestinale in circolo.
Alla luce di queste nuove conoscenze, non risulta più esagerata l’importanza che alcuni medici avevano dato alla salute intestinale come genesi di tutte (o quasi) le malattie.
Kousmine, Mayr, Shelton sono solo alcuni dei nomi di medici che avevano intuito come una corretta igiene intestinale potesse aiutare l’organismo a mantenersi sano e, in alcuni casi, anche a guarire da malattie gravi.
RICHIAMI DI ANATOMIA E FISIOPATOLOGIA DEL TRATTO DIGERENTE
Lungo il tratto dell’apparato digerente, limitatamente a ciò che interessa quest’articolo, si modificano profondamente due fattori: il pH e la presenza quali-quantitiva di diverse specie di batteri.
La figura illustra in modo sintetico, ma efficace tali variazioni.
Come si vede, il pH dello stomaco è già un formidabile ostacolo alla proliferazione batterica, che cresce con il progredire del tratto digerente, modificandosi anche nelle specie presenti.
Si passa da poche centinaia di batteri presenti nel primo tratto, ai milioni o miliardi che colonizzano le parti distali del colon, mentre nelle feci tali valori sono aumentati di altre 10-100 volte.
Altro elemento da tenere presente, è che la barriera intestinale che se para il contenuto nel lume intestinale dai capillari linfatici e sanguigni, è di uno solo strato monocellulare, spesso circa 25 micron.
Una alterazione anche minima delle condizioni intestinali, ma protratta nel tempo, può far passare in circolo sostanze tossiche e addirittura cancerogene. La superficie assorbente dell’intestino è di circa 300 mq. È per questo motivo che il sistema immunitario ivi presente è il più sviluppato dell’intero organismo e comprende:
– linfociti;
– plasmacellule;
– macrofagi;
– placche di Peyer;
– nodi linfatici mesenterici.
Questo sistema difensivo, affronta ogni giorno enormi contatti con antigeni, una cui fonte esogena importante è fornita proprio dal cibo ingerito ogni giorno, oltre a occasionali ingestioni di parassiti, composti tossici, sostanze allergizzanti e altro.
Oltre a un’azione difensiva specifica, esiste anche una difesa meccanica, composta dalla barriera della lamina epiteliale mucotica, e altre difese aspecifiche, come la presenza di lisozima, muco e altre sostanze (il complesso di queste difese viene definito “blocco della mucosa”). In realtà avviene sempre un certo assorbimento di antigeni, probabilmente per consentire al sistema immunitario di tenersi costantemente informato sulla presenza delle sostanze transitanti nell’intestino. E così la maggior parte degli anticorpi circolanti nel sangue e nella linfa sono indirizzati agli antigeni presenti a livello intestinale. La permeabilità intestinale probabilmente verrà considerata uno degli elementi più importanti per valutare lo stato di salute o di reattività dell’organismo. Attualmente vengono usati test con l’impiego di due zuccheri non me-, tabolizzabili, come il lattulosio e il mannitolo.
Il primo serve per valutare l’integrità della mucosa, mentre il secondo per valutare l’assorbimento transcellulare.
E’ così possibile evidenziare fenomeni di malassorbimento o di un aumento della
permeabilità intestinale.
Nei normali processi digestivi, nel colon avvengono fenomeni di fermentazione (zuccheri), putrefazione (proteine) e irrancidimento (lipidi), che se non adeguatamente controllati dalla flora intestinale, nel breve termine possono dare fenomeni di flatulenza, gonfiore, alterazioni del transito, ma nel lungo termine, la produzione di varie sostanze tossiche può portare a fenomeni degenerativi.
Tra queste sostanze, le più note sono:
– putrescina (decarbossilazione a partire dall’ornitina);
– cadaverina (a partire dalla lisina);
– creosolo e fenolo (da tirosina e il suo derivato, tiramina);
– scatolo e indolo (dal triptofano);
– istidina (dall’istamina).
Il test per la ricerca dell’indicano (esterificato dall’indolo, catabolita del triptofano) nelle urine è un buon marker dell’eccessiva putrefazione intestinale.
LE IMMUNOGLOBULINE A
Tra gli elementi più importanti del sistema immunitario delle mucose, vi sono le IgA-s (secretorie). Grazie a questa componente secretoria,
questa classe di proteine è resistente contro gli enzimi proteolitici. Questo significa che vengono scomposte molto lentamente nel tratto intestinale.
La sintesi delle IgA viene valutata attorno ai 25 mg per peso corporeo, mentre il tempo di dimezzamento sembra sia di alcuni giorni. Queste immunoglobuline sono tra le prime difese che l’organismo ha contro le infezioni: inibiscono l’adesione dei batteri alle mucose, agglutinano gli agenti patogeni, fissandosi sui loro fattori di adesione. Posseggono anche azione– batterio e virus-statica e si dispongno, grazie alla loro affinità con il muco, come un gel elastico lungo le mucose. Vari sono i meccanismi d’azione delle IgA-s.
Quella antibatterica è sia diretta (effetto antiadesivo) sia indiretta (attivazione del complemento); inibiscono l’attività degli allergeni che vengono a contatto con l’organismo fin dai primi momenti di vita (“immune exclusion”) e mettono in attività numerosi enzimi intestinali che agiscono solo su molecole veicolate da questo tipo di immunoglobuline sul bordo intestinale. Di particolare importanza gli studi che cercano di valutare la correlazione tra malattie e deficit di IgA. In base all’esperienza clinica, si è dimostrata la possibilità di influenzare favorevolmente diverse malattie, anche gravi, tramite un miglioramento dell’ambiente intestinale. Tra le patologie specifiche del tratto digerente, si sono ottenuti buoni successi nel caso di: colite ulcerosa e morbo di Crohn; mucoviscidosi; malattie infiammatorie intestinali; morbo celiaco; gastrite sub-actoa cronica; seri disturbi addominali con vomito in seguito a radio e chemioterapia; sindrome di Roemheld; intolleranze e allergie alimentari. Per quello che riguarda patologie diverse da quelle locali, sono stati osservati miglioramenti in caso di: emicranie e cefalee vasomotorie; dermatosi e allergie cutanee; malattie infiammatorie articolari; spondilite anchilosante; sindrome di Reiter; febbre da fieno; asma bronchiale; acne; schizofrenia. Sia nel caso di patologie legate all’apparato digerente che no, un’alterata permeabilità intestinale è alla base di tutte queste malattie, in particolar modo di quelle autoimmuni, in quanto tale condizione alterata della barriera intestinale consente ad anticorpi esogeni di entrare in circolo, con la possibilità di creare anticorpi che potrebbero reagire con tessuti immunologicamente simili del medesimo organismo. Alla luce di queste nuove acquisizioni, non paiono più strane le metodiche terapeutiche della Kousmine, come ad esempio l’uso di clisteri a base di acidi grassi polinsaturi (vitamina F), nel tentativo di rendere meno permeabile la barriera intestinale, o quelle di Shelton, che per evitare fenomeni putrefattivi o fermentativi eccessivi, consigliava la dissociazione tra carboidrati (che necessitano di un ambiente alcalino) e proteine (che sono scisse meglio in ambiente acido).
Anche il tanto bistrattato digiuno ha ottenuto importanti risultati clinici in patologie come l’artrite reumatoide. In sintesi, sembra proprio che l’origine di tutte le malattie sia da ricercare nell’intestino…
di ANGELO MARIA DI FEDE Medico Chirurgo, Specialista in Allergologia e Immunologia Clinica – Parma
BIBLIOGRAFIA: 2002 DOTT. PENNISI FARMACIA NEWS MEDICINA
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