Nonostante la loro reputazione sia stata da tempo riabilitata, le proteine in polvere continuano ad essere guardate con diffidenza senza che però vi sia una vera e propria ragione.
Se prima infatti rappresentavano un prodotto di nicchia, riservato agli utenti più fanatici delle palestre, oggi sappiano come, grazie alle loro funzioni nutrizionali, queste possano rappresentare un valido alleato in molteplici casi.
1 – SPORTIVI
Il primo restano sicuramente gli sportivi.
In un soggetto che si allena infatti il fabbisogno proteico sale a circa 2 g/kg di peso corporeo, una quota impegnativa da raggiungere e soprattutto da digerire ed assimilare rapidamente.
2 – CALO DEL PESO CORPOREO
Un altro caso è rappresentato da persone provenienti da fasi di calo di peso corporeo dovute a problemi di salute, ricoveri ospedalieri, stati di perdita di massa muscolare.
Questa tipologia di pazienti ha un fabbisogno di circa 1,2 g/kg corporeo e potrebbe trarre beneficio dall’utilizzo di proteine in polvere -anche solo in uno dei pasti principali come ad esempio la colazione- per invertire la tendenza catabolica del metabolismo, portando il bilancio dell’azoto in positivo.
3 – PERSONE CHE SEGUONO UNA DIETA CHETOGENICA
Un altro eventuale caso in cui l’utilizzo di proteine in polvere potrebbe dimostrarsi altamente vantaggioso è costituito da tutti quei soggetti che affrontano periodi -limitati- di dieta chetogenica.
Questo tipo di dieta infatti prevede un intake calorico quotidiano proveniente quasi esclusivamente da proteine.
Raggiungerlo attraverso cibi comuni comporta oltre ad una potenziale difficoltà digestiva, il rischio che, attraverso la scelta di fonti non ottimali – quali affettati, cibi conservati o formaggi– vengano introdotte anche eccessive quantità di grassi o di sale.
Sostituire almeno uno dei 5 pasti con un integratore di proteine, aiuterà a suddividere il bolo alimentare, contribuirà a saziare e a soddisfare la voglia di dolce dei soggetti, spesso non abituati ad un regime alimentare così restrittivo.
COME SCEGLIERE UN BUON PRODOTTO?
Veniamo adesso a delineare i parametri secondo cui scegliere un buon prodotto.
Sicuramente, parlando di proteine, la prima cosa da considerare è il loro valore biologico.
Questo valore, infatti, fornisce una stima dell’assorbimento di una proteina calcolando la differenza tra la quantità di azoto introdotta e quella escreta tramite urina e feci.
Si è visto che, tanto più la composizione aminoacidica (in termini di AAE) di una proteina sarà simile a quella umana, tanto maggiore sarà il suo valore biologico (VB albume = 100).
Un altro parametro importante da considerare è la fonte di estrazione delle proteine.
Oggi in commercio si possono trovare proteine sia animali che vegetali.
Se si volesse ricorrere a quelle di estrazione animale, la scelta migliore dovrebbe orientarsi verso le proteine estratte dal latte di mucche grassfed.
In caso invece si voglia ricorrere a proteine di origine vegetali, saranno da prediligere mix contenenti proteine estratte da più di un alimento, ancor meglio se comprendenti sia legumi (evitando la soia) che cereali (riso quinoa) che tuberi (come la patata).
Ricordiamo infatti che mentre le proteine animali presentano un quadro AAE completo, quelle vegetali, se di derivazione unica, presenterebbero quadri AAE incompleti portando a valori biologici molto scarsi.
Il mio consiglio, è quindi quello di prediligere proteine di derivazione vegetale.
Queste creano infatti una minore infiammazione sistemica rispetto a quelle di derivazione animale e permettono di aggirare una serie di problematiche riguardanti allergie ed intolleranze a lattosio, proteine del latte ed albumina. Da ricordare che l’albumina è uno degli allergeni maggiori frequentemente causa silente di meteorismo e gonfiore addominale.
Inoltre, questo tipo di proteine in polvere presenta maggiore sicurezza in quanto i vegetali sono di per sè in grado di assimilare molti meno inquinanti rispetto agli animali.
Dr. Fabio Gregu
Specialista in Scienza dell’alimentazione, Biologo E Nutrizionista, Esperto in fitoterapia e integratori alimentari, Comitato Scientifico Diamond Life
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