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Sommario
Il ruolo dei componenti molecolari di Lattoferrina, Quercetina, Vitamina C Liposomiale e Zinco.
L’Analisi delle potenzialità molecolari dei singoli preparati è quanto mai necessaria al fine di poter avere una indicazione scientifica specifica sui meccanismi d’azione e di impiego dei componenti.
Un primo studio è quello relativo al ruolo della lattoferrina come barriera naturale protettiva della mucosa respiratoria e intestinale contro l’infezione e l’infiammazione da coronavirus, tratto da: https://www.mdpi.com/1422-0067/21/14/4903/htm
Sebbene il tratto respiratorio sia il principale portale d’ingresso di SARS-CoV-2, può verificarsi anche un coinvolgimento gastrointestinale associato a nausea, vomito e diarrea. Si può ipotizzare il possibile ruolo preventivo e trattamento aggiuntivo della lattoferrina, glicoproteina delle secrezioni umane parte di un sistema difensivo non specifico, noto per svolgere un ruolo cruciale contro le infezioni microbiche e virali con effetti antinfiammatori su diverse superfici mucose in grado di regolare il metabolismo del ferro. La lattoferrina potrebbe contrastare l’infezione e l’infiammazione del coronavirus, agendo sia come barriera naturale della mucosa sia respiratoria che intestinale o invertendo i disturbi del ferro legati alla colonizzazione virale.
I primi studi hanno rilevato una bassa incidenza (1–3,5%) di manifestazioni gastrointestinali o epatiche, ma studi più recenti hanno riportato un più alto tasso di affezione (11,4–24,2%). Nei soggetti affetti da SARS-CoV-2, le transaminasi possono variare da livelli lievi a livelli elevati probabilmente correlati alla presenza dei recettori ACE-2 sugli enterociti nell’ileo e nel colon, così come colangiociti ed epatociti. L’ACE-2 sembra essere il mediatore dei processi infiammatori con conseguenza dell’insorgere di diarrea. Dal momento che è stato indicata una possibile trasmissione fecale-orale, l’RNA di SARS-CoV-2 dovrebbe essere rilevato nelle feci dei pazienti affetti da Covid-19. Al momento però non è ancora chiaro del tutto se la SARS-CoV-2 si replichi nell’intestino umano e contribuisca alla possibile trasmissione fecale-orale o se l’intestino sia un potenziale sito di replicazione della SARS-CoV-2, contribuendo così alla malattia locale e sistemica. È però altrettanto noto che la disbiosi intestinale secondaria a infiammazione gastrointestinale può interferire con disturbi a distanza, venendo meno alle potenzialità del microbiota intestinale sulla protezione immunitaria. Alla luce di questo punto di vista, è stato ipotizzato un asse intestino-polmone, che agisce in modo bidirezionale: endotossine e metaboliti microbici sintetizzati dal microbiota intestinale possono influenzare il polmone attraverso la circolazione, mentre l’infiammazione polmonare può influenzare il microbiota intestinale. Pertanto, il microbiota intestinale potrebbe partecipare alla patogenesi della sindrome da distress respiratorio acuto e viceversa.
LATTOFERRINA
La Lattoferrina è una proteina prodotta sia dalle secrezioni ghiandolari dei mammiferi sia dai globuli bianchi. Appartiene alla famiglia delle transferrine, si lega al ferro e ne permette il trasporto nel sangue partecipando cosi all’ossigenazione di tutto il sistema umano, ed una delle principali fonti sembra essere il Colostro.
La capacità di legarsi al ferro è una delle azioni che questa proteina compie nell’organismo così come il suo ruolo a livello sistemico nei meccanismi chiave sul sistema immunitario innato e acquisito.
Nell’ultimo anno, a causa della pandemia che ha colpito il mondo, la ricerca ha investito molto sullo studio degli aspetti anti patogeni della Lattoferrina, confermandone le straordinarie proprietà antiinfiammatorie e immunomodulatrici per un’azione sia preventiva sia terapeutica contro le infezioni virali, comprese le affezioni del tratto respiratorio, associate ai vari SARS-CoV-2.
La lattoferrina sembra agire su più piani nei confronti delle infezioni, l’azione antibatterica è data in parte dall’intrusione nella fase di attaccamento dei patogeni alle cellule ospiti e in parte alla capacità di inglobare ferro. Tolto dalla circolazione, ma conservato in preziose molecole di protezione, il ferro è reso indisponibile come risorsa per i batteri che altrimenti lo utilizzerebbero per proliferare.
Per quanto riguarda l’azione antivirale, la lattoferrina sembrerebbe attirare il patogeno verso propri recettori tanto da penetrarne la barriera protettiva colpendo direttamente l’RNA del virus, interferendo con la replicazione e la sua propagazione.
Oltre ad influenzare il sistema immunitario innato, la lattoferrina agirebbe anche da “ponte”, mediando direttamente le funzioni della prima linea di difesa al sistema immunitario adattivo. Con un’azione diretta, influirebbe sulla proliferazione e la maturazione delle cellule T e delle cellule B, queste ultime, fondamentali nell’acquisizione dell’immunità in quanto presentanti l’antigene.
La lattoferrina veniva descritta da Hwang e Kruzel nel 2009 come “una componente di critica importanza nella mediazione del sistema immunitario, particolarmente per il suo ruolo di coordinatore tra risposta immunitaria immediata e sistema immunitario adattivo”. Complementare all’azione antivirale, è l’azione antiinfiammatoria. Nelle cellule infette, quindi infiammate, la lattoferrina agirebbe direttamente regolando la produzione di alcune Interluchine proinfiammatorie (IL6) e regolando la sensibilità dei mediatori del ferro. Questo meccanismo permetterebbe di mantenere un livello di omeostasi interna senza interferire con i meccanismi protettivi dell’infiammazione. Si è visto in questi mesi quanto deleteri possano essere gli effetti dell’infiammazione sulla struttura stessa dei tessuti. È proprio la molteplice azione antivirale e antiinfiammatoria ad annoverare la lattoferrina, come potenziale mediatore nella patofisiologia dei casi gravi di Covid 19. Le funzioni della lattoferrina sono molteplici: previene l’anemia da mancanza di ferro in quanto lo ingloba dalle fonti vegetali attraverso le pareti dell’intestino favorendone la conversione in molecola “biodisponibile” permettendone la conservazione e facilitando la distribuzione a livello dei tessuti. Previene l’ossidazione: il ferro è un elemento di vitale importanza per la salute ma essendo prono all’ossidazione, non deve circolare in modo anomalo, ecco perché il ruolo “inglobante” della lattoferrina è importante anche a livello circolatorio, in quanto mantiene sotto controllo l’ossidazione di questo minerale. Tra i diversi fattori che influenzano le infezioni virali nonché i relativi processi infiammatori, il ferro gioca un ruolo fondamentale, favorendo la progressione virale da un lato ed esacerbando i processi infiammatori dall’altro. In effetti, il ferro è un elemento cardine per tutte le cellule in quanto è fondamentale nella replicazione del DNA e nella produzione di energia sia nell’uomo che nei microrganismi. Quando il ferro è presente in eccesso, genera specie reattive dell’ossigeno (ROS), provocando la sua capacità di rilasciare elettroni all’ossigeno. La formazione di ROS danneggia le proteine, le membrane lipidiche e il DNA, causando danni ai tessuti e insufficienza d’organo. Le infezioni virali richiedono un metabolismo cellulare attivo e, quindi, una replicazione virale significativa richiede un’elevata disponibilità di ferro. È un dato di fatto che i disturbi dell’omeostasi del ferro portano ad un sovraccarico di ferro intracellulare che facilita la moltiplicazione e la diffusione virale. A livello indicativo di dosaggio da valutare con il curante, questo deve essere diversificato in base alla gravità dei sintomi. I pazienti COVID-19 asintomatici dovrebbero usare circa 300 mg, somministrati per via orale, raddoppiando il dosaggio (massimo 1gr) per i pazienti lievemente sintomatici.
Il ruolo della Quercetina su infiammazioni e azione immunitaria.
Tratto da: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26999194/
QUERCETINA: Flavonoide dalle notissime qualità antiossidanti, la quercetina possiede rinomate doti anti istaminiche e antiossidanti, nonché un’azione antivirale specifica. Insieme ad altri bioflavonoidi, la quercetina è essenziale per la protezione dall’ossidazione della Vitamina C. Le proprietà di assorbimento e deposito dei bioflavonoidi sono molto simili a quelle della vitamina C. Essi vengono prontamente assorbiti dal tratto intestinale e immessi nella corrente sanguigna. Quantità in eccesso vengono eliminate attraverso le urine e la traspirazione. Una ricerca guidata dall’italiano Prof. B. Rizzuti, con una ricerca pubblicata su “International Journal of Biological Macromolecules”, è riuscita ad isolare il meccanismo antivirale che questo composto naturale sembra avere sui virus della famiglia della SARS-Coronavirus, ivi compreso il Sars-CoV-2. L’azione specifica è stata dimostrata attraverso l’inibizione diretta dell’enzima 3CLpro, una proteina responsabile per la replicazione dei virus Sars-CoV-2. Come si sa, gli enzimi, autori di infinite reazioni chimiche, sono dotati di un “sito attivo”, che serve come aderente, per legarsi molecole sulle quali intendono agire, e questa ricerca ha rilevato che la quercetina riesce ad inserirsi proprio nel sito attivo dell’enzima 3CL-PRO prendendone il posto, rendendolo pertanto incapace di compiere la sua azione “moltiplicatrice” del virus.
Nota principalmente per la sua attività antiossidante, ha mostrato una ampia varietà di azioni biologiche, tra cui attività anti-cancerogene, anti-infiammatorie e anti-virali; è in grado di attenuare la perossidazione lipidica, l’aggregazione piastrinica e la permeabilità capillare. È un antiossidante in grado di ripristinare il tocoferolo, dopo che questo si è trasformato in radicale libero, è in grado di frenare la produzione di ossido nitrico. Recentemente sono state evidenziate importanti azioni modulatorie sulla risposta immunitaria ed altre funzioni come l’eradicazione e l’inattivazione virale, inibizione della replicazione virale, modulazione dei processi cellulari patologici indotti da virus, riduzione dei biomarcatori legati ad infiammazione e stress, riduzione dei radicali liberi nel plasma, promozione della risoluzione del danno collaterale ed il ripristino della funzione lesa, modulazione della stabilizzazione dei mastociti (azione anti-fibrotica) e agente importante nel riassorbimento dello zinco cellulare indispensabile nel contrastare gli effetti negativi dei radicali liberi e i processi di invecchiamento cellulare a essi legati, stimolando il sistema immunitario.
Questa molecola può essere associata con altre sostanze indiscutibilmente essenziali al sistema immunitario come la vitamina C, lo Zinco e la vitamina D.
La Quercetina in combinazione con Vitamina C e Vitamina D: benefici ed effetti terapeutici.
QUERCETINA e VITAMINA C. L’associazione con la vitamina C sembrerebbe aumentare la biodisponibilità della Quercetina, interrompendo l’ingresso, la replicazione e l’attività enzimatica del virus e allo stesso tempo sostenendo e rinforzando la risposta immunitaria. La somministrazione abbinata di Quercetina e Vitamina C è una strategia sperimentale per la prevenzione e il trattamento di diversi virus respiratori. Il bioflavonoide, se assunto insieme alla vitamina C, è risultato efficace nella cura delle malattie da raffreddamento come il raffreddore comune, ma ha evidenziato anche un’attività antivirale contro i virus Coxsackie e i rinovirus.
Sia la Vitamina C che la Quercetina sono state scoperte entrambe dallo stesso scienziato, il premio Nobel Albert Szent-Györgyi, il quale osservò che la quercetina ha un effetto sinergico con la vitamina C. L’assorbimento della quercetina è migliorato dall’assunzione di vitamina C e parallelamente la quercetina favorisce il risparmio della vitamina C di cui sinergizza l’azione. Uno studio pubblicato recentemente, il 19 Giugno 2020, intitolato “Quercetin and Vitamin C: An Experimental, Synergistic Therapy for the Prevention and Treatment of SARS-CoV-2 Related Disease (COVID-19)”, ha proposto proprio la combinazione di vitamina C e quercetina come trattamento preventivo per il Covid-19. “L’acido ascorbico è una vitamina fondamentale necessaria per il corretto funzionamento del sistema immunitario. Svolge un ruolo nella risposta allo stress e ha mostrato risultati promettenti quando somministrato a pazienti critici. La quercetina è un noto flavonoide le cui proprietà antivirali sono state studiate in numerosi studi. È stato dimostrato che la co-somministrazione di vitamina C e quercetina esercita un’azione antivirale sinergica a causa della sovrapposizione di proprietà antivirali e immunomodulanti e della capacità dell’ascorbato di riciclare la quercetina, aumentandone l’efficacia.”
QUERCETINA e VITAMINA D: è ormai risaputo che la vitamina D è utilissima nella prevenzione e nel trattamento delle infezioni del tratto superiore delle vie respiratorie, nonché nella tradizionale influenza. Non possiamo dire che abbia un’azione specifica e diretta sul virus, ma sappiamo che è in grado di sostenere il sistema immunitario e quindi di renderlo più performante contro il virus. In più, sembrerebbe che la Quercetina sia in grado di attivare il recettore della vitamina D, motivo per cui vengono associate per il sostentamento e modulazione del sistema immunitario.
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