L’Ubichinolo è la versione ridotta del coenzima Q10 (denominato Ubichinone). Di fatto sono la stessa molecola, ma, quando il CoQ10 viene ridotto, acquista due elettroni che lo rendono trasformato in Ubichinolo. Nel nostro corpo questa conversione si verifica migliaia di volte al secondo all’interno dei mitocondri, che sono il “motore” di ogni cellula, all’interno dei quali viene prodotta l’energia.
“La ragione per cui avviene questa trasformazione tra due forme della stessa molecola è che ciò fa parte del processo che ci aiuta a convertire il cibo in energia”.
Questo è fondamentale per un funzionamento ottimale dell’organismo, così come lo è per tutti i muscoli, in particolare per quello cardiaco.
Per convertire il cibo in energia, l’Ubichinolo svolge anche ulteriori funzioni estremamente importanti:
è un antiossidante liposolubile (uno dei pochi), svolge cioè la propria attività nella porzione lipidica dell’organismo, come le membrane cellulari
è l’unico antiossidante liposolubile che di fatto è generato all’interno del nostro organismo e non deve essere ingerito con il cibo.
La sua produzione inizia fin dalla prima infanzia e continua fino a 25-30 anni, dove a questo traguardo anagrafico comincia a diminuire.
I soggetti giovani sono in grado di assimilare abbastanza bene gli integratori contenenti CoQ10, ma i soggetti adulti sfruttano meglio l’Ubichinolo in quanto viene assorbito più facilmente. Alcuni soggetti non possono convertire il CoQ10 in Ubichinolo,e necessitano di utilizzarlo per poterne trarre tutti i benefici dimostrati.
Se una persona assume un integratore di CoQ10, l’organismo lo convertirà molto velocemente in Ubichinolo, dal momento che questa è la forma preferita a livello organico. Trasporterà nel sangue quel CoQ10, sotto forma di Ubichinolo, fino ai tessuti e ai mitocondri” ricordando che il 95% di Ubichinolo è fissato a livello plasmatico. La conversione di Coenzima Q10 in Ubichinolo accade migliaia di volte al secondo all’interno dei mitocondri.
Le ricerche mostrano, come si possa migliorare la conversione di CoQ10 in Ubichinolo mangiando verdure a foglia verde piene di clorofilla. Una volta che la clorofilla viene consumata, è trasportata nel sangue. Quando si espone una parte significativa di pelle alla luce del sole, la clorofilla assorbe le radiazioni solari e facilita la conversione di CoQ10 in Ubichinolo.
Si può migliorare l’assorbimento di CoQ10 anche assumendo una piccola dose di grassi sani, quali l’olio d’oliva, di cocco o l’avocado.
L’Ubichinolo combatte i radicali liberi nei mitocondri
Circa il 90% o più delle specie reattive dell’ossigeno (ROS) del nostro corpo sono prodotte nei mitocondri.
La combustione (il metabolismo) che avviene al loro interno crea dei gas di scarico: dei sottoprodotti nocivi.
Una delle funzioni dell’Ubichinolo è debellare questi sottoprodotti. Quando questo scarseggia, i sotto prodotti restano in vita danneggiando obbligatoriamente la cellula.
L’Ubichinolo risulta particolarmente benefico per la salute del cuore, e il marcatore attivo e alterato nella disfunzione cardiaca è anche la proteina C-reattiva.
Quando quest’ultima è elevata, si può discernere un maggiore rischio di sviluppare malattie cardio-vascolari, in quanto è un marcatore di infiammazione.
Altri due marcatori di infiammazione sono la gamma-glutammiltransferasi (GGT), che è un marcatore precoce di arresto cardiaco, e la NT-proBNP.
Esiste una correlazione anche tra i livelli di questi due marcatori e l’Ubichinolo, che, quando viene integrato, promuove l’abbassamento dei marcatori pro-infiammatori.
Il ruolo di una dieta equilibrata ad alto contenuto di grassi
Negli ultimi 20 anni gli scienziati hanno iniziato a riconoscere che i ROS non sono totalmente dannosi, dal momento che sono anche delle importanti molecole di segnalazione. Se vengono soppresse indiscriminatamente, si possono verificare delle complicazioni ascrivibili alla Legge delle Conseguenze Inattese.
Una strategia saggia è semplicemente quella di alimentare il proprio corpo con un carburante più pulito per sopprimere la generazione di ROS in eccesso.
Il glucosio, ad esempio, è un carburante per natura più “sporco”, che genera molti ROS, mentre i grassi alimentari sani, come i grassi saturi, bruciano in maniera molto più pulita ed efficace.
Infatti, bruciare carboidrati comporta un aumento nella produzione di ROS pari al 30-40%, a differenza di quanto succede per i grassi.
A differenza di come siamo stati abituati a pensare in passato a proposito della teoria dei radicali liberi e dell’invecchiamento, è necessario e scientificamente provato che non si debbano sopprimerli scriteriatamente.
Il monossido di azoto, per esempio, ha le proprietà di un radicale libero. È una molecola di segnalazione cruciale, ed è essenziale per la salute delle arterie.
Un’altra strategia per ridurre la produzione eccessiva di ROS concerne l’oradell’ultimo pasto della giornata.
Molti commettono l’errore di assumere un pasto abbondante prima di andare a dormire. Rifornire il corpo di carburante in un momento di scarsa necessità energetica porta alla generazione di ROS in eccesso, che deve essere contrastata con molecole antiossidanti. Evitare il cibo almeno tre ore prima o più di mettersi a letto può alleggerire l’organismo prevenendo, anzitutto, la produzione di ROS in eccesso. In ultimo luogo, un’altra strategia vincente è assicurarsi di non essere sovraccarichi di ferro. L’emocromatosi è tanto pericolosa quanto una evidente carenza di Vit.D. Gli uomini adulti e le donne, non nel periodo della mestruazione, sono soggetti ad alto rischio. Assicurarsi quindi di controllare che il livello di ferritina sia al di sotto degli 80 ng/ml (nanogrammi per millilitro), preferibilmente tra i 40 e i 60 ng/ml.
Chi assume statine ha necessità di CoQ10
Almeno un adulto su 4 sopra i 40 anni, a oggi assume statine per ridurre i livelli di colesterolo.
A breve questo numero dovrebbe arrivare a 1 su 3. Le statine funzionano inibendo l’enzima HMG-CoA reduttasi, che è tra i componenti del nostro corpo che stimolano la produzione di colesterolo.
Ma le statine compromettono anche la produzione di CoQ10, e la deplezione che ne risulta può avere delle conseguenze molto gravi.
Molti di coloro che assumono statine presentano effetti collaterali (dolori muscolari, stanchezza e perdita di memoria), al punto che utilizzarle diventa un problema sotto molteplici punti di vista.
Le statine funzionano bloccando la produzione di colesterolo da parte dell’organismo.
Tutti noi pensiamo al colesterolo derivante dal regime alimentare, ma il colesterolo non deriva esclusivamente da ciò che mangiamo, ma viene prodotto anche dall’organismo.
Il colesterolo è estremamente importante per il nostro corpo, perché è uno dei componenti più rilevanti delle membrane cellulari fungendo da protettivo e da elasticizzante, così come anche la sua funzione di precursore ormonale.
Oltre a impedire la produzione di Ubichinolo da parte dell’organismo, le statine contrastano anche la conversione della vitamina K1 in vitamina K2, la quale è di importanza cruciale per molte funzioni fisiologiche, compresa la salute del cuore.
La compromissione di questi tre processi, la produzione di colesterolo e di CoQ10, e la conversione della vitamina K1 in vitamina K2, ha effetti negativi sulla produzione di energia e sulla salute cardiovascolare.
Infatti quando i livelli di Ubichinolo si riducono, la conversione del cibo in energia diviene meno efficiente, il che porta ad avere meno energia e a manifestare stanchezza e dolori muscolari.
L’assunzione ripetuta di statine, causa una più aumentata carenza di Ubichinolo.
Alcuni documenti recentemente pubblicati illustrano nel dettaglio le ripercussioni cardiovascolari delle statine.
Si è riscontrato che di fatto finiscono per causare molti di quegli endpoint clinici che i farmaci promettevano di prevenire, favorendo al contrario la compromissione metabolica.
Come già detto, una delle strategie più razionali per ridurre la produzione di ROS è bruciare carburante pulito.
In definitiva, una dieta ricca di grassi sani d’alta qualità.
Quando il grasso è metabolizzato, vengono creati dei chetoni, ovvero delle molecole liposolubili che sono facilmente bruciate nei mitocondri senza scatenare la produzione di ROS in eccesso.
I chetoni sono prodotti nel fegato,e l’enzima che li produce è lo stesso che genera il colesterolo, ovvero l’HMG-CoA reduttasi.
Dunque, quando assumiamo le statine, diminuiamo fortemente anche la capacità del fegato di produrre chetoni, compromettendo i benefici che potremmo trarre da un combustibile pulito (i grassi).
Infine ciò ha anche delle conseguenze cardiovascolari, perché il cuore è il tessuto più denso di mitocondri del nostro corpo.
Se priviamo il tessuto cardiaco del suo carburante, per definizione compromettiamo la salute del sistema cardiovascolare.
I benefici dell’Ubichinolo su soggetti affetti da insufficienza cardiaca
L’insufficienza cardiaca è quasi a livelli epidemici. Esiste un disordine fisiologico chiamato disfunzione diastolica, a causa del quale il ventricolo si irrigidisce. Di conseguenza il cuore non può riempirsi adeguatamente di sangue durante la diastole e la disfunzione finisce per scatenare un’insufficienza cardiaca. Sfortunatamente molti di coloro che ne soffrono non ne sono a conoscenza. Nonostante questo, possono essere usati alcuni marcatori per individuarla, come la NT-proBNP e la GGT.
La somministrazione di CoQ10 a questi soggetti non è stata coadiuvata dal fissaggio a livello plasmatico, ma, al passaggio di somministrazione con Ubichinolo, la situazione si è modificata con un migliore assorbimento.
I medici hanno visto ridursi la gravità della patologia e migliorare la frazione di eiezione, che misura quanto il cuore funzioni correttamente nei pazienti.
Questo è uno degli altri straordinari benefici dell’Ubichinolo.
Tutti i soggetti affetti da insufficienza cardiaca dovrebbero assumere Ubichinolo che funge anche come potentissimo antiossidante.
Esso previene l’ossidazione del colesterolo LDL, contribuendo altresì a prevenire l’arteriosclerosi.
Il CoQ10 (o l’Ubichinolo) è idoneo anche per coloro che soffrono di altre malattie croniche oltre ai disturbi cardiovascolari, come il diabete, la stanchezza cronica ed anche come validissimo aiuto nelle sindromi autistiche in sinergia con ceppi probiotici specifici che hanno dimostrato la loro efficacia nel contrastare i disturbi legati all’attenzione.
Diamond Life, proprio per queste evidenze Scientifiche, ha sviluppato Q10 UBICHINOLO: 1 capsula softgel contiene 100 mg di Ubichinolo.
di GIUSEPPE GIANFRANCESCO ND Ph.D, Naturopatich Research Medicine Clayton University USA, Scientific Research Committee Consultant Diamond Life Health Nature
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