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Vitamina D3: benefici e biodisponibilità
Negli ultimi anni le scoperte relative la vitamina D si sono susseguite a un ritmo esponenziale.
Sempre più studi hanno rivelato le funzioni strategiche di questo elemento, portandoci a classificarlo in modo molto più simile ad un ormone che ad una semplice vitamina.
Il suo ruolo principale, che esercita nella forma di vitamina D3-calciferolo (25 OH Colecalciferolo) è quello di fissare il calcio nelle ossa, ma la sua azione si è rivelata fondamentale anche da un punto di vista anfiammatorio e di omeostasi delle prostaglandine.
Sembrerebbe infatti che la Vitamina D sia molto utile nel contrastare gran parte delle malattie autoimmuni, artrite reumatoide, tiroidite,osteite fibrosa, e anche patologie quali cheratosi attinica, morbo di Graves, tetania ipocalcemica, scleroderma, lupus erimatoso sistemico, vitiligine.
Forti influenze sono state riscontrate anche in ambito neurologico e metabolico.
Carenze di vitamina D sono state spesso associate a stati depressivi, mentre recenti studi hanno dimostrato che nelle persone obese e fortemente sovrappeso la produzione di vitamina si riduce drasticamente portando i soggetti ad uno stato di grave carenza.
Purtroppo, sia causa della poca esposizione al sole (o dell’esposizione mediata dai filtri solari, che ha disabituato il corpo all’auto sintetizzazione) sia a causa dello scarso valore nutrizionale dei cibi di oggi, la maggioranza della popolazione è inconsapevolmente carente.
Il motivo principale di tale inconsapevolezza, sta nella mancanza di controlli appropriati; solo recentemente infatti lo screening della vitamina D sta cominciando ad essere inserito nelle analisi di routine.
Ma il problema dell’ipovitaminosi D non è da sottovalutare, soprattutto nelle donne una carenza potrebbe rivelarsi molto pericolosa e portare a fenomeni di osteopenia e osteoporosi precoce o provocare stati infiammatori anche molto severi.
Alcuni dei modi per prevenire questa carenza, assicurandosi una riserva sufficiente di vitamina, sta proprio nell’esporsi al sole 15/20 minuti al giorno nelle ore meno calde (prima mattina o tardo pomeriggio).
Inoltre prediligendo alimenti quali uova o fegato, rigorosamente biologici, o salmone, meglio se selvaggio, potremo assicurarci una discreta quantità di questo elemento.
Ma cosa fare in caso di carenza conclamata?
Per prima cosa definiamo i valori range per definire questa situazione:
- >30 nanogrammi/ml decretano una situazione di insufficienza
- >10 nanogrammi/ml una situazione di grave insufficienza
In questi casi è assolutamente necessario procedere con un’integrazione adeguata e personalizzata che preveda integratori tra loro complementari e in grado di aumentare ed ottimizzare la reciproca biodisponibilità.
Uno degli errori che vedo più di frequente è infatti quello di somministrare forme sintetiche di vitamina D senza le indagini e gli accorgimenti necessari.
Una somministrazione ad un soggetto con gravi disfunzioni intestinali o con microbiota compromesso, potrebbe infatti rivelarsi totalmente inutile e anzi, proprio le patologie intestinali, potrebbero essere la causa dell’ipovitaminosi in questione.
Per essere assimilata infatti la vitamina D3 necessita di adeguate quantità di vitamina K (meglio K2) e questa vitamina viene sintetizzata proprio dalla flora intestinale.
La cosa migliore pertanto, prima di impostare una terapia, sarebbe sottoporre il soggetto ad un esame del DNA fecale e impostare un’adeguata integrazione ad hoc con pre e probiotici.
In caso questo non fosse possibile è comunque consigliabile la prescrizione concomitante di integratori di vitamina K.
Dr. Fabio Gregu
Specialista in Scienza dell’alimentazione, Biologo E Nutrizionista, Esperto in fitoterapia e integratori alimentari, Comitato Scientifico Diamond Life
Per ovviare a problemi di calcoli di dosaggi e soprattutto per rendere l’assunzione più comoda e immediata da parte del paziente, Diamond Life ha formulato l’integratore D3+K2 che, non solo racchiude in una sola compressa il giusto dosaggio di entrambi i microelementi, ma garantisce un notevole risparmio grazie alla sua altissima biodisponibilità.
La sua formulazione a base di vitamina D estratta a freddo dai licheni islandici, si è rivelata infatti molto più assimilabile rispetto a prodotti equivalenti, ma di origine sintetica o di estrazione dalla lanolina della pecora.