Le barrette proteiche popolano sempre di più il mercato dell’integrazione, cerchiamo di capirne le proprietà principali, i pazienti migliori a cui consigliarle.
Le barrette proteiche, come si può evincere dal nome, sono pasti integrativi o sostitutivi formulati in modo da apportare un maggior quantitativo di proteine rispetto a carboidrati e grassi.
Per questo motivo possono risultare particolarmente utili in tutti quei soggetti che necessitano di controllare la loro alimentazione, sia a scopo dietetico sia a scopo funzionale.
Essendo molto pratiche, di consistenza tendenzialmente morbida, possono essere consigliate per esempio agli anziani o a tutti i pazienti in stati di sarcopenia o emaciazione che per problemi di masticazione o digestione o disbiosi intestinale, non riuscirebbero a sostenere elevati consumi di “cibo solido” quale carne, pesce o legumi.
Allo stesso modo, avendo spesso sapori piacevoli, possono risultare molto utili durante una dieta chetogenica o iperproteica, aiutando i pazienti a sopperire alla mancanza di “junk food” di cui devono fare a meno e soprattutto regolando l’omeostasi glicemica se introdotti come spuntino la mattina o il pomeriggio.
I prodotti di questo tipo hanno poi un vantaggio enorme ossia quello di consentire agli utilizzatori di colmare tre fondamentali carenze:
– tempo – voglia – conoscenza
Essendo sviluppate per rispondere a diversi tipi di esigenze, consentono infatti di guidare il paziente verso una nutrizione molto più sbilanciata in favore di uno o più macronutrientie di controllare meglio la quantità di calorie giornaliere ingerite.
Inoltre questo tipo di prodotto, avendo un altissimo valore nutrizionale, in relazione alle sue dimensioni (elevata densità energetica), consente di “nutrire” anche i soggetti più inappetenti o che avrebbero difficoltà a consumare un pasto nutrizionalmente equivalente.
Non bisogna infatti dimenticarsi che il nostro organismo non “legge” gli alimenti che noi mangiamo, ma li scompone nelle loro molecole costituenti.
Pertanto un corpo in carenza di proteine, beneficerà in egual modo di una bistecca o di una barretta.
Ma in un mercato sempre più saturo, come scegliere il prodotto migliore o, quanto meno, un buon prodotto?
Un’attenzione particolare va rivolta al bilanciamento dei valori nutrizionali.
Capita molto frequentemente infatti che quest’ultimi siano estremamente sbilanciati.
Un esempio è rappresentato dai prodotti con quantitativi proteici scarsi, ma con una percentuale di grassi e/o zuccheri semplici, altissima giustificata esclusivamente da motivi di gusto.
Creare un prodotto efficace e contemporaneamente gradevole risulta infatti molto complicato portando i produttori all’utilizzo di ingenti quantità di oli e burri vegetali e dolcificanti artificiali.
Un’importante parentesi deve essere aperta proprio su questi ultimi componenti che, nonostante si possano rivelare sicuramente vincenti dal punto di vista dell’apporto calorico, si sono dimostrati quasi fallimentari dal punto di vista dell’impatto biochimico e fisiologico.
Anche volendo ignorare il fatto che, ad oggi, non si conoscano ancora totalmente i loro effetti sul corpo umano, la cosa più preoccupante è che proprio loro, prodotti per essere utilizzati come “dietetici”, siano in grado di indurre frequentemente iperfagia e disfunzioni della flora intestinale.
Assumere prodotti composti prevalentemente da molecole di sintesi chimica, potrebbe quindi rivelarsi non solo inutile, ma perfino controproducente.
Anche utilizzare sempre prodotti contenenti proteine di derivazione completamente animale, potrebbe non essere una scelta vincente.
Non possiamo infatti ignorare l’alto effetto infiammatorio sistemico, esercitato dal latte e dai suoi derivati.
Sarebbe quindi buona abitudine prediligere prodotti di derivazione vegetale o quanto meno alternare il loro utilizzo alle proteine animali, proprio come si farebbe in un regime dietetico salutare ed equilibrato.
Ovviamente, anche tra i prodotti di derivazione vegetale è importante saper selezionare la fonte di derivazione proteica, evitando il più possibile la soia, i cui effetti di stimolazione ormonale non sono ancora del tutto chiari.
Uno dei prodotti che risponde a questi requisiti, sono le barrette UNIVERSE BREAK.
Prima di tutto sono completamente vegetali, ma a differenza delle normali barrette vegetali contenenti proteine estratte dalla soia, queste sono preparate ESCLUSIVAMENTE con proteine estratte dal pisello.
Inoltre la maggior parte delle sostanze che rientrano tra i più comuni allergeni, sono state accuratamente escluse dalle preparazioni.
Le barrette infatti sono, senza ogm, senza lattosio, senza zuccheri, senza coloranti, senza glutine, senza soia e senza tracce di lecitina di soia.
Questo le rende adatte davvero a chiunque, a prescindere dalle scelte alimentari e dalle patologie e farmaci assunti.
Anche la ripartizione dei nutrienti è, a mio parere, fondamentale.
Per essere certi di avere un prodotto utilizzabile indistintamente in vari momenti della giornata (spuntino veloce durante la mattinata, ma anche come pre o post workout o come spuntino serale dopo la cena) il mio consiglio è di scegliere una ripartizione simile a quella consigliata dalla dieta a zona di Barry Sears il suo fondatore:
40% di carboidrati A BASSO INDICE GLICEMICO, utili per controllare gli attacchi di fame 30% di Proteine, conferenti senso di sazietà 30% di grassi, conferenti gusto e palatabilità
Dr. Fabio Gregu
Specialista in Scienza dell’alimentazione, Biologo E Nutrizionista, Esperto in fitoterapia e integratori alimentari, Comitato Scientifico Diamond Life.
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